È per molti un’idea regalo, per altri un accessorio inseparabile e altri la riservano alle grandi occasioni, ma sicuramente stiamo parlando di uno degli indumenti più conosciuti ed utilizzati nel globo intero.
Ogni mattina, milioni di persone, dagli studenti del Nepal, passando per i politici di tutto il mondo fino ad arrivare ai manager delle multinazionali, si trovano di fronte ad uno specchio intenti ad annodarsi il proprio nodo preferito.
Esattamente, parliamo della cravatta. Nonostante la sua enorme diffusione, in pochissimi conoscono la sua storia. Dagli albori ai tempi moderni, la cravatta è sempre stata un oggetto sinonimo di eleganza e stile.
Le prime tracce di un indumento legato al collo risalgono, addirittura, all’epoca della Roma antica. I legionari raffigurati sulla colonna di Traiano (eretta nel 113 D.C.), possiedono legato al collo quello che all’epoca era il cosiddetto “focale” dalle sembianze di un foulard moderno.
Però, è necessario far chiarezza: nonostante siano in molti a collegare quell’indumento ai foulard e alle cravatte moderne, in realtà non si rinviene alcun collegamento riscontrabile da cenni storici provati.
La cravatta così come la conosciamo oggi nasce, in realtà, nella storica guerra dei trent’anni (dal 1618 al 1648), che vedeva contrapposti inizialmente gli stati cattolici e quelli protestanti in un Sacro Romano Impero non più unito, per poi propagarsi a macchia d’olio tra tutte le potenze Europee.
In quell’occasione alcuni mercenari Croati vennero assoldati tra le fila Francesi; furono proprio loro per la prima volta ad essere visti con indosso attorno al collo un foulard che suscitò subito forte interesse tra i cittadini della già ai tempi fervente Parigi.
Il nome “Cravatta” deriva, infatti, dalla lieve differenza di pronuncia tra la parola croata per “croati”, hrvati, ed il corrispettivo francese “croates”. Fu allora che quel particolare foulard assunse il nome di cravatta (“cravate” in francese).
Luigi XIV, il famigerato Re Sole, iniziò ad indossare una cravatta di pizzo già dal 1646 all’età di soli 7 anni facendolo, così, divenire oggetto distintivo tra la nobiltà francese.
Questo nuovo accessorio diede inizio ad una vera e propria “rivoluzione” in tutta Europa: sia gli uomini che le donne dell’alta nobiltà portavano avvolti intorno al collo strisce di tessuto, cravatte di pizzo o jabot, che necessitavano di molto tempo e fatica per essere indossati. Queste cravatte erano spesso legate da stringhe di foulard, disposte in modo da formare un fiocco ordinato e bello per chi lo guardava oltre che molto spesso invidiato.
Ma se vogliamo davvero capire da dove arriva la moderna cravatta come la conosciamo oggi, intendendo una più semplice striscia di seta sufficiente a coprire i bottoni di una camicia e non più l’articolata e lavorata seta che copriva tutta la parte non coperta dalla giacca, dobbiamo necessariamente ricordare ciò che fecero degli studenti dell’Exeter College di Oxford quando, alla fine del XIX secolo, per protesta si legarono al collo i nastri dei loro cappelli di paglia. Fu da allora che nacque la prima cravatta da club.
Inoltre, nella seconda metà del XIX secolo, con la rivoluzione del settore tessile, fa la sua apparizione definitiva una cravatta più funzionale, più lunga e più stretta. Questa venne battezzata “cravatta alla marinara”. Tale accessorio entrò così nella storia della moda e rimane a tutt’oggi la base delle cravatte moderne.